“Ecco il mio segreto.
E’ molto semplice: non si vede bene
che col cuore.
L’essenziale è invisibile agli occhi.”
A. de Saint-Exupéry
“Se presteremo
attenzione in modo più sistematico all’intelligenza emotiva
potremo sperare in un futuro più sereno.”1
Come? Imparando a governare e guidare le nostre emozioni, ricercando
realizzazioni piuttosto che appagamenti immediati, esercitando
l’autocontrollo, l’empatia, l’attenzione agli altri,
apprendendo ed insegnando.
Le emozioni rivestono un
ruolo fondamentale nella nostra razionalità, motivando le nostre
decisioni, consentendo oppure ostacolando il nostro pensiero logico.
Si può dire che in noi coesistono due menti, due diversi tipi di
“cervelli”, uno emozionale e l’altro razionale, dai quali
dipendono i nostri comportamenti e le nostre scelte. E’ necessario
quindi ricercare un equilibrio che permetta di sviluppare entrambe
queste menti, in armonia tra loro, per riuscire a realizzare appieno
le potenzialità di ognuna, quindi le nostre potenzialità.
Nella definizione
dell’intelligenza emotiva Salovey e Mayer2
includono le intelligenze personali di Gardner (1986, capacità di
distinguere e di rispondere appropriatamente agli stati d’animo, al
temperamento, alle motivazioni ed ai desideri altrui) estendendole a
cinque ambiti principali: conoscenza delle proprie emozioni
(autoconsapevolezza), controllo delle emozioni (controllo di sé),
motivazione di sé stessi (realizzazione), riconoscimento delle
emozioni altrui (empatia), gestione delle relazioni (competenze
sociali).
Salovey e Mayer, nel
descrivere queste cinque aree, sottolineano come i vari livelli di
competenza in ognuno degli ambiti possano essere differenti nel
singolo e che eventuali carenze nelle capacità emozionali possono
essere corrette e/o sviluppate.
Da questi studi sono nati
recentemente diversi corsi, dalla “Scienza del Sé” alle “Abilità
di vita”, dall’ ”Apprendimento sociale ed emozionale” alle
“Intelligenze personali”, che hanno l’obiettivo comune di
sviluppare il livello della competenza sociale ed emozionale nei
bambini e ragazzi come parte della loro regolare istruzione.
Il programma in
particolare che si pone come modello per l’insegnamento (negli USA
e in Francia in particolare) dell’intelligenza emotiva è la
“Scienza del Sé”, applicato ormai da vent’anni ed elaborato da
K.Stone McCown (1988). I suoi punti fondamentali si rifanno agli
studi di Gardner, alla definizione ed alle descrizioni degli ambiti
di Salovey e Mayer. “I contenuti dell’insegnamento comprendono:
l’autoconsapevolezza, ossia la capacità di riconoscere i
sentimenti e di costruire un vocabolario per la loro verbalizzazione;
cogliere i nessi tra pensieri, sentimenti e reazioni; sapere se si
sta prendendo una decisione in base a riflessioni o a sentimenti;
prevedere le conseguenze di scelte alternative; applicare queste
conoscenze a decisioni su diversi temi”3(come,
nel caso di adolescenti, droghe, sesso, fumo,…).
Tre elementi vengono
approcciati con estrema attenzione: la capacità di controllare le
emozioni (capire cosa c’è dietro un’emozione ed assunzione di
responsabilità), l’empatia (capacità di assumere l’altrui punto
di vista), i rapporti interpersonali (saper ascoltare e porre
domande, saper distinguere tra dire-fare-reazioni-giudizi, sicurezza
di sé, competenze collaborative e di problem solving).
Questi studi e questi
corsi ci aiutano oggi a esplicitare obiettivi già presenti nei
nostri programmi e ci guidano in una nuova più consapevole
progettazione, anche nella Scuola dell’Infanzia. La scuola è un
luogo che permette di coinvolgere ogni bambino per fornirgli la
possibilità di lezioni fondamentali per la sua formazione e la sua
vita: sta agli insegnanti prepararsi e garantire lo sviluppo
dell’intelligenza emotiva. Già il modo in cui un insegnante
gestisce una classe è un modello di competenza o incompetenza
emotiva.
Oltre alla formazione dei docenti e ad
una progettazione adeguata è necessario una stretta collaborazione e
coordinazione con le famiglie, non solo per integrare ciò che viene
insegnato a scuola, ma anche per migliorare la qualità della vita e
della comunicazione emotiva in famiglia e nella comunità.
Francesca Dal Ben
1
D. Goleman, Intelligenza Emotiva, BUR, 1999 – ultima
edizione febbraio 2007.
2
Salovey e Mayer, Emotional Intelligence, pubblicato su
Imagination, Cognition and Personality, 9, 1990, pp 185-211.
3
Goleman D., Intelligenza emotiva, BUR, 1999 – ultima
edizione febbraio 2007.